Investire sui dati è una delle molteplici possibilità che ogni realtà industriale ha per poter migliorare il proprio processo produttivo, andando quindi a sfruttare le informazioni raccolte direttamente sul campo e studiate in modo tale da rendere più efficiente il lavoro all’interno di ogni business unit.
Nel panorama Industria 4.0, il tema del monitoraggio e dell’analisi dei Big Data è il più discusso sia dal punto di vista funzionale che economico; in molti associano ancora l’utilizzo di tecnologie come l’IIoT e l’Artificial Intelligence ad investimenti troppo onerosi per essere inseriti all’interno della strategia operativa di piccole e medie entità industriali, lasciando quindi il tema alle Big di settore, che non si spaventano di fronte ad un ingente richiesta economica per acquistarle.
Dal lato applicativo, ancora per molti, Smart Factory significa sostituire il lavoro umano con l’utilizzo di macchine e robot, ossia con strumenti di Artificial Intelligence, hype tecnologico del momento e base di quello che sarà l’Industria 5.0.
Il concetto viene interpretato come “La macchina che prende decisioni al posto dell’uomo che diventa quindi mero accessorio”. Questo è decisamente un concetto estremizzato e per affermarlo, basta analizzare le caratteristiche insite nell’oggetto intelligente e nell’umano: la macchina è più efficiente nel manipolare i dati acquisiti da sistemi IoT, è in grado di analizzare molteplici variabili contemporaneamente, focalizzandosi su ognuna di esse ma pecca di flessibilità e non è progettata per gestire situazioni di alta complessità; l’uomo invece, fatica a lavorare in contesti ripetitivi applicando la statistica e interpretando grandi quantità di dati, al contrario, si appresta ad utilizzare con sapienza poche informazioni ma ricche di contenuto.
È necessario superare questi due ostacoli concettuali e far in modo che anche le piccole realtà industriali possano finalmente accogliere i cambiamenti tecnologici del 4.0, sia dal punto di vista economico che dal lato operativo. In che modo?
Ad oggi, non occorre buttarsi a capofitto in quelle che saranno le tecnologie del futuro ma è necessario pensare al presente, un presente che vede protagonista ancora una volta l’uomo e uno strumento in grado di aumentare la sua capacità decisionale, aiutandolo a districarsi tra le grandi quantità di informazioni che si trova davanti.
Attraverso quindi strumenti di Augmented Intelligence l’uomo opera in velocità grazie al digitale che predigerisce i dati e, successivamente, li rende comprensibili all’essere umano a cui rimangono in capo le decisioni. Per i produttori di macchinari industriali, un esempio è i-Live Machines, in grado di raccogliere e analizzare i dati provenienti dal parco macchine, seguendo le variabili che lo stesso produttore ha necessità di monitorare, così da rendere l’intero processo produttivo snello ed efficiente. Un software as a service scalabile sia dal punto di vista applicativo (grazie ad un facile utilizzo in Cloud e ad una semplice interfaccia web), che da quello finanziario, dando così modo a tutti di poterlo utilizzare senza la necessità di grandi investimenti.