La Holonix di Meda sponsor ufficiale di Fabbrica Futuro a Bologna: ecco cosa fa e perché è protagonista dell’Internet of things.

La Internet of Things parla brianzolo. Non è semplice dire cosa produca la Holonix, ma nel cuore della Brianza manifatturiera, nella Meda del legno, c’è un’azienda nata da una tesi di dottorato che è sulla frontiera della rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo.

Col termine “IoT”, spesso associato alla industria 4.0, si intende il complesso di tecnologie in grado di connettere tra loro gli oggetti, utilizzando le informazioni a essi collegate per innescare processi: ad esempio, semafori che si regolano in base all’intensità del traffico, temperatura o illuminazione delle abitazioni o delle vetture che si adattano alle condizioni o alla presenza umana, eccetera. Holonix parte in anticipo su tutto questo grazie a Jacopo Cassina, che ottiene pochi anni fa il dottorato al Politecnico di Milano e fa una cosa che molti definirebbero americana ma in fondo è molto brianzola: crede alla sua idea e prova a farci un’impresa.

L’idea è che la Internet of Things sia perfetta per l’industria manifatturiera, in particolare per l’infinito campo d’azione che va sotto il nome di tracciabilità del prodotto. Controllare le merci fabbricate, seguirne lo stoccaggio, il tragitto verso il cliente, la consegna, il consumo, lo smaltimento (monitorare cioè la “vita” del prodotto) è una delle sfide maggiori per chiunque produca (dai mobili alle auto, dalle viti al cibo). Avere informazioni affidabili e aggiornate significa limitare i costi, rispondere meglio al cliente, intervenire tempestivamente in caso di errori o difetti: insomma lavorare meglio, spendere meno, guadagnare di più, crescere.

Holonix “vende” questa capacità, ma si potrebbe dire che il prodotto vero e proprio sono le teste che immaginano e pensano come farlo: l’azienda non mette sul mercato in senso stretto né beni né servizi, ma procedure applicate agli uni e agli altri. Raccontata per esempi, la cosa rende meglio: il team di ingegneri al servizio di Cassina si applica, poniamo il caso, a una ditta che produce bulloni e che vuole ottimizzare il magazzino. Applica sensori ai muletti e alle confezioni, ne studia i movimenti nello stoccaggio, li elabora e crea un software dedicato che permette agli operai di ridurre al minimo gli spostamenti inutili. In modo che chiunque può sapere dove sono le merci, dove conviene andare a pescarle, che tragitto fare per evitare dispendi inutili di energia.

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