Il dato quale fonte di valore aggiunto per lo zero-defect
La congiuntura attuale, tuttora caratterizzata dai contraccolpi degli effetti indiretti delle misure di contenimento pandemico, vede le aziende impegnate nell’accelerare quel processo di digitalizzazione già in atto nell’ambito di Industria 4.0, intravedendo in esso una capacità intrinseca sia di far fronte in modo robusto a eventi imprevisti di grossa portata, sia di generare valore aggiunto non altrimenti ottenibile. La chiave di lettura di questo processo è costituita ancora una volta dai dati, che rappresentano nel concreto la “cifra” del 4.0.
Molti addetti ai lavori sono già consapevoli dell’importanza della digitalizzazione, ma la strada da percorrere per arrivare all’auspicata adozione metodologica e tecnologica è ancora lunga, soprattutto nel tessuto industriale italiano caratterizzato da piccole/medie realtà non del tutto strutturate. Di per se, ai processi è sempre associata un’enorme mole di dati, che però spesso non vengono individuati, misurati e/o utilizzati. Oltre a raccolta, trasmissione e storicizzazione dei dati, favorite in primis dall’Industrial Internet of Things, vi sono anche i concetti di valorizzazione e arricchimento del dato, abilitati da strumenti di big-data analytics e intelligenza artificiale. La conoscenza è poi resa disponibile all’interno della singola realtà aziendale o lungo la supply chain per molteplici finalità (ottimizzazione dei processi, politiche di manutenzione predittiva, gestione del ciclo di vita degli asset, etc.).
Holonix sta cavalcando questo processo di digitalizzazione volto a rendere le aziende “data-driven”, proponendo l’adozione di soluzioni digitali cloud – tra cui la suite di machinery management i-Live Machines – applicabili in vari settori applicativi. Particolarmente significativi sono gli sforzi profusi nei progetti Iqonic (GA 820677, orientato alle applicazioni che fanno leva su componenti optoelettronici) e Dat4.Zero (GA 958363, crosssettoriale in ambito smart manufacturing), che vedono l’azienda impegnata in azioni di ricerca e sviluppo precompetitivo atte a proporre funzionalità software innovative, scalabili e volte alla gestione del dato in tutti i suoi aspetti: raccolta e aggregazione dati da sistemi IIoT multi-sensore, verifica di integrità, rielaborazione, streaming e storicizzazione dati su cloud, accesso real-time all’informazione in modo sicuro.
Entrambi i progetti spingono per la creazione di nuove funzionalità prototipali software e di cloud computing, auspicabilmente integrabili nel breve periodo all’interno delle soluzioni commerciali e abilitanti il concetto di produzione zero-difetti, paradigma produttivo che punta a ridurre il più possibile – idealmente a zero – rilavorazioni e scarti derivanti da processi e macchine non efficienti, e che aspira allo sviluppo di metodologie e strumenti integrati di manutenzione e controllo qualità traenti vantaggio dalla conoscenza di processo e sistema.
In particolare, le feature di controllo degli accessi e l’approccio multi-tenant favoriscono un utilizzo condiviso ma sicuro dell’informazione, utilizzata a fini prognostici non solo a livello di processo (ottimizzazione dei parametri), ma anche appunto a livello macchina/sistema indicando azioni manutentive dinamiche su condizione, interventi di sostituzione di componenti prossimi al fine vita e revamping di macchinari esistenti. Il solco è tracciato, sta ora alle aziende interpretare la valenza dei dati e delle soluzioni abilitanti quale potenziale fattore produttivo.